L’itinerario presentato si classifica indubbiamente come il più severo della Valle di Susa, per lunghezza, sviluppo, esposizione ed impegno. Agevolmente transitabile agli alpinisti ed escursionisti esperti, dotati di grande familiarità con il vuoto e la verticalità delle pareti di roccia, ma decisamente complesso ed impegnativo per chi non ha sufficiente esperienza in questo genere di percorsi.
La Via Ferrata è dedicata alla memoria di Mario Perona e Aldo Saglia, rispettivamente Guida Alpina e Pilota di elicottero, deceduti nel sabato di Pasqua del 2003 in un tragico incidente, che è costato la vita anche ad altre 4 persone, in seguito ad un guasto meccanico del velivolo con cui sorvolavano le montagne dell’Alta Valle di Susa. Mario e Aldo benché di origini più cittadine avevano trovato tra questi monti il significato della loro vita, svolgendo con estrema passione le rispettive professioni; residenti a Cesana l’uno e a Sestriere l’altro si erano immediatamente conquistati la fiducia e la stima dei valligiani tanto che le loro gesta saranno ricordate ancora per parecchi anni.
Tra i tanti sogni di Mario c’era anche quello di realizzare proprio sulle rocce della Punta Clarì, una Via Ferrata, sogno poi inconsciamente raccolto tanto che ora la via ferrata è una realtà.
L’itinerario è stato voluto e finanziato dal solidissimo asse Cesana – Claviere Comuni che da sempre credono in questo genere di turismo, e che nel giro di qualche anno hanno realizzato sul territorio una tale pluralità di opere da accontentare veramente una vasta fetta di usufruitori; ovviamente con grande impegno personale di Sindaci ed Amministratori, nonché economico da parte delle due comunità.
Tecnicamente è stato realizzato dalla ora mai più che affermata ditta valsusina “Piemonte Disgaggi”, operante nel settore del consolidamento roccioso e dei lavori a grande altezza, con la collaborazione di alcune guide alpine della valle.
Accesso: da Cesana Torinese dirigersi verso Claviere fino al ponte sulla Piccola Dora e lasciare l’auto in un enorme spiazzo a sinistra. Proseguire lungo il fiume per una sterrata che quasi subito diventa sentiero oltrepassare la falesia di Rocca Clarì, su di una passerella e proseguire lungo il sentiero che percorre il greto del torrente, superare il bivio per il sentiero dei Bunker fino ad incontrare un’altra passerella, procedere ancora oltre per qualche centinaio di metri, fino ad incontrare l’attacco della Via Ferrata, molto evidente, posto pochi metri sopra il sentiero medesimo (0.15 h.)
Itinerario: Difficoltà D+ via ferrata, sviluppo parti attrezzate 750 mt. tempo 3.30 h.
Il percorso attrezzato, supera l’intero dislivello compreso tra il torrente della Piccola Dora e la cima della Rocca Clarì 2045 mt. sono così oltre 550 metri i metri di dislivello da percorrere, lungo un itinerario che senza tanti compromessi sale in maniera quasi diretta alla cima. La primissima parte è costituita da un pilastro pressoché verticale, poi un traverso conduce all’interno di una caratteristica gola dove si superano in successione due enormi denti di calcare, con arrampicata sostenuta ed aerea, uscendo su di una cengia da cui ci si raccorda con il sentiero dei Bunker. Dopo alcuni tornanti si lascia il sentiero per voltare a sx e si attraversa in salita una fascia di rocce immersa nel bosco di larici, ancora un tratto di sentiero nel bosco conduce alla base della parete principale, ben visibile dalla strada che da Cesana sale a Claviere. All’principio si svolge su di uno zoccolo in parte vegetato, poi con scalata sempre più continua ed aerea si raggiunge il filo dello spigolo, che ora a destra ora a sinistra si segue fino a una bellissima cengia formata da un enorme blocco staccato nel vuoto. Un diedro verticale e molto esposto conduce fino a pochi metri dalla vetta che si raggiunge per breve canaletto, ancora qualche metro di sentiero fino ad un ultimo risalto roccioso attrezzato che conduce al punto più elevato. ( 3.30 h.)
Discesa: per sentiero poco tracciato in direzione ovest, con alcuni brevi saliscendi attraverso la lunga sommità boscosa della Rocca Clarì si raggiungono delle antiche postazioni militari, da cui per strada sterrata si scende in località “La Coche” ( impianti da sci) ancora lungo sterrata si divalla verso l’abitato di Claviere. Poco a monte di esso voltare a destra, attraversare uno skilift per imboccare il sentiero che conduce nelle Gorge di San Gervasio, raggiungerne il fondo (sotto il ponte tibetano); discendere le gole lungo un bellissimo percorso a tratti attrezzato con passerelle e ponticelli in legno fino a ripassare sotto l’attacco della Via Ferrata e quindi al posteggio. (1.30 h )